la mucca che venne dalla Svizzera (ovvero: etimologie da stabilobossare!)

mmmNon si finisce mai di imparare, e per fortuna! Del resto mi sono interessata all’insegnamento proprio per la voglia di continuare a saperne di più: un insegnante è principalmente una persona che vuole imparare, secondo me.

Durante una chiacchierata interessante con la mia collega Alice – che è della provincia di Como e raggiunge la Svizzera in 20 minuti – ho scoperto qualche curiosità sul repertorio lessicale dei nostri vicini elvetici. Per me, che mi nutro di variabilità linguistica, è stata una festa apprendere dell’esistenza di uno “Svizzionario” per orientarsi nella “lingua coi buchi” del Ticino e dei Grigioni 😉

Fra le parole più sorprendenti ci sono “natel” per cellulare e “stabilobossare”, cioè evidenziare, da “stabilo boss”, l’evidenziatore per antonomasia!

Fra le cose più belle lette sul sito dello Svizzionario ho selezionato questa sezione perché spiega in maniera concisa ed incisiva i motivi per cui guardare all’italiano di Svizzera:

Ci sono molti motivi per interessarsi all’italiano parlato in Svizzera. La Svizzera è l’unico paese fuori d’Italia (esclusi per ovvi motivi Città del Vaticano e San Marino) in cui l’italiano ha status di lingua ufficiale. Questo fatto, insieme alla lunga coabitazione con due lingue di grande tradizione come il tedesco e il francese, ha avuto influenze interessanti sulla qualità della lingua parlata nel canton Ticino e nel canton Grigioni.

Non soltanto: in quanto espressione di una realtà sociale e istituzionale separata da quella italiana l’italiano di Svizzera ha conosciuto una ricca diversificazione lessicale (basti pensare a espressioni della politica svizzera quali “iniziativa popolare”, “gran consiglio”, “oggetto in votazione”, ecc) che ne ha acuito la peculiarità di variante non solo regionale ma nazionale della medesima lingua.

Infine, la separazione politica dall’italiano d’Italia ha prodotto fenomeni di “resistenza”, per cui l’italiano di Svizzera presenta a volte tratti arcaici, oppure lo ha schermato rispetto a determinati cambiamenti introdotti in Italia (per esempio quelle prodotte dal dirigismo culturale fascista nell’ambito delle terminologie sportive, calcistiche in particolare, per cui in Svizzera si continuano a usare termini inglesi dialettizzati invece dei termini italiani creati nel ventennio per combattere l’influenza straniera.

Insomma, quello svizzero è un laboratorio linguistico interessante cui guardare con interesse, e non certo con sufficienza puristica o con il sarcasmo di chi pensa di “parlare meglio”

Ancora, sul sito troverete un paio di esempi etimologici, come “fuoco” nel’accezione di nucleo familiare, o la mucca che dà il titolo al post.

Curiosando a oltranza sulla rete ho trovato anche un delizioso sito dedicato agli elvetismi che ha fatto la mia felicità! Dunque, adesso che “ho scaricato l’alpe” (che sta per il mio consueto scollinare) e sono entrata nel magico mondo dell’italiano fuori dall’Italia, non posso più ignorarlo: devo scendere dal mirtillo!

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